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Festa in diocesi per il 25.mo anniversario di sacerdozio di don Giuseppe Ciaurro

In una chiesa di San Domenico a Castellaneta gremita di sacerdoti e di fedeli – oltre ai parrocchiani e alle autorità civili e militari, sono arrivati fedeli da Massafra, da Palagiano e da Mottola – nella serata di giovedì 18 maggio Mons. Vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica di ringraziamento nel 25.mo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Giuseppe Ciaurro.

Nell’omelia il Vescovo ha ripercorso il lungo cammino percorso da don Giuseppe dal 14 maggio 1998 ad oggi: “nella Caritas diocesana, nell’Ufficio Scuola, - ha ricordato Mons. Iannuzzi - nelle Confraternite e nel delicato e prezioso servizio di Economo della Diocesi … le comunità parrocchiali che hai servito prima di questa di San Domenico, ossia quella del Sacro Cuore di Massafra – tuo primissimo incarico come Vicario parrocchiale – e poi quella dell’Assunta e dell’Immacolata di Mottola e dell’Annunziata di Palagiano”.

L’anniversario – come ha ricordato don Giuseppe nel suo intervento – cadeva il 14 maggio, lo stesso giorno del primo anniversario dell’ordinazione episcopale di Mons. Iannuzzi e quindi, come ha concluso il sorridendo il festeggiato, “ubi maior, minor cessat”.

Il Vescovo ha manifestato a don Giuseppe la gratitudine e gli auguri a nome di tutti i presenti; in particolare, attingendo al rito dell’ordinazione presbiterale, ha augurato a don Giuseppe di continuare ad incarnare l’esortazione che dice “Renditi conto di ciò che farai… imita ciò che celebreraisii imitatore di Cristo”.

“Ecco, innanzitutto ti auguriamo – ha detto il Vescovo – di mettere sempre al centro di tutto (della vita e del ministero) l’Eucarestia e di celebrare ogni Messa come se fosse la tua prima, con la stessa intensità e con la stessa partecipazione dell’inizio, sapendo che solo lì potrai ricevere le motivazioni, l’energia, la pazienza e l’amore di cui hai bisogno, senza la quali non si riesce a far nulla di buono”. E poi ha aggiunto che “Il sacerdote deve vivere il mistero che celebra, divenendo lui stesso offerta sacrificale con Cristo per il suo popolo. Una oblatività che, attingendo continuamente all’offerta totale di Cristo, permea tutta la vita”. Concludendo, “il Signore questa sera ti ripete: caro don Giuseppe, dopo 25 anni, «ho bisogno delle tue mani per continuare a benedire, ho bisogno delle tue labbra per continuare a parlare, ho bisogno del tuo corpo per continuare a soffrire, ho bisogno del tuo cuore per continuare ad amare, ho bisogno di te per continuare a salvare, resta con me, Figlio mio» (Quoist).

Anna Galatone, del Consiglio Pastorale Parrocchiale, ricorrendo alla metafora dell’arte giapponese del kintsugi, ovvero l’arte di riparare gli oggetti con metalli preziosi, ha ringraziato don Giuseppe perché in questi anni ha saputo rimettere insieme la comunità attraverso la sua pazienza e paternità, facendosi carico delle fatiche e delle speranze di tutti.

Don Giuseppe, prima della benedizione, ha rivolto il suo saluto ed il suo ringraziamento a tutti i presenti e ha ricordato i momenti più importanti del suo cammino vocazionale (i padri gesuiti del seminario, i sacerdoti della diocesi – defunti e viventi – e le comunità parrocchiali) e ha ringraziato il Signore per il dono del presbiterio della nostra Diocesi, dono prezioso per continuare a camminare insieme alla sequela del Signore Gesù.

Dopo la celebrazione tutti sono stati invitati a fermarsi per fare un momento di festa con il festeggiato.