Dare voce e coraggio alle donne vittime di violenza: Caritas Italiana sostiene il progetto Ruth
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Caritas Italiana ricorda le troppe donne che, anche in questo 2023, hanno subito abusi, maltrattamenti finanche la morte, a causa della scellerata violenza ingiustamente perpetrata nei loro confronti.
“Nell’esprimere vicinanza a tutte le donne – dice il direttore don Marco Pagniello –, sentiamo l’urgenza di promuovere, attraverso le nostre comunità, percorsi di educazione all’affettività, al rispetto delle altre persone. Le Caritas sono pronte a fare la loro parte insieme a tutta la comunità ecclesiale nel cercare le cause e soprattutto le soluzioni al fenomeno così grave della violenza. È un percorso da fare insieme, senza volersi sostituire ad altri, ma con la consapevolezza di dover fare la propria parte, soprattutto promovendo progetti di accompagnamento verso nuovi percorsi di dignità”.
Secondo l’Istat, nei primi tre trimestri del 2023 le chiamate al 1522, il numero nazionale antiviolenza e stalking, sono state 30.581 (erano 22.553 nel 2022 e 24.699 nel 2021). La maggior parte delle donne intercettate, il 64,5%, racconta di aver subito violenza per anni. Dei 295 omicidi compiuti in Italia nel 2023 e fino al 19 novembre scorso, tra le vittime ci sono 106 donne, di cui 87 uccise in ambito familiare/affettivo, e 55, in particolare, per mano del partner/ex partner.
Il progetto Ruth contro la violenza economica
La Caritas è impegnata da anni nell’accompagnamento e nella protezione delle donne che si rivolgono ai servizi presenti sul territorio richiedendo loro ascolto, sostegno, solidarietà e protezione. In particolare, grazie all’esperienza avviata nell’ambito del progetto “Microcredito di libertà” promosso dal Ministero delle Pari Opportunità in collaborazione con ABI, ENM e Federcasse, Caritas Italiana ha promosso una rete nazionale denominata “progetto Ruth”, formata di Caritas diocesane impegnate ad assistere e accompagnare donne vittime di violenza economica nel richiedere finanziamenti di microcredito sociale. La violenza economica è una forma di violenza domestica che, attraverso condizionamenti come il controllo delle spese, il divieto di utilizzare il proprio denaro, l’inconsapevole sottoscrizione di finanziamenti o garanzie, conduce la donna a un ulteriore grado di sottomissione e controllo. Ancora una volta la privazione dei mezzi di sussistenza agisce sul grado di autonomia di una persona e la condiziona, alimentandone fragilità e solitudine.
Non a caso, anche dal recente rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale in Italia – “Tutto da perdere” – risulta che le problematiche di tipo familiare hanno incidenza sulle condizioni di fragilità. Di tutte le persone accompagnate nel corso del 2022 dai Centri d’ascolto e servizi Caritas, dislocati in oltre duecento diocesi, una persona su cinque tra gli italiani che si rivolgono alle Caritas, per lo più donne, manifesta una problematica di tipo familiare. Ciò chiama in causa quegli aspetti e quelle dimensioni della vita umana che influenzano la condizione di benessere psicofisico della persona e che possono rievocare proprio quei contesti di violenza e solitudine in cui si trovano molte donne. Si tratta soprattutto di problemi familiari: separazioni e divorzi (28,4%), conflittualità di coppia (11,9%), maternità nubile (7,9%), maltrattamenti e trascuratezze (4,8%).
Oltre cento Caritas diocesane hanno progetti contro la violenza sulle donne
Il progetto Ruth va ad inserirsi e a rafforzare le tante attività che le Caritas diocesane svolgono attraverso servizi dedicati alle donne fragili e vittime di violenza, che permettono di sostenere e proteggere quante con coraggio e determinazione affrontano il difficile percorso di ricostruzione della propria vita. Si tratta di una rete di più di cento Caritas diocesane che sempre più spesso negli ultimi anni, anche grazie ai fondi 8xmille, hanno realizzato servizi e progetti rivolti alle donne fragili, vittime di violenza o sfruttamento, per l’ascolto – anche psicologico e legale – l’accoglienza – anche in forma emergenziale – e l’avviamento lavorativo, e hanno sottoscritto Protocolli territoriali con istituzioni, Enti locali, Servizi sanitari e Centri Antiviolenza.