Vivere da chiamati
Nell’epoca dell’insistenza sul modello del self-made man e i suoi derivati (leggasi primato della performance e della produttività), dedicare un numero per raccontare il cammino vocazionale di tre giovani Tommaso, Michele Francesco e – attraverso qualche immagine – la comunità del nostro seminario minore diocesano, può apparire una scelta decisamente fuori mercato.
Se qualche paziente lettore dovesse ritrovarsi in quell’ipotesi, sia lieto di aver indovinato; a chi scrive, infatti, in questa occasione interessa mettere in risalto un paio di dati.
Il primo è un dato di speranza e di gioia perché il Signore anche oggi continua a chiamare a seguirlo nella missione presbiterale a servizio alla comunità ecclesiale; il secondo, invece, riguarda la necessità e l’opportunità di riscoprirci tutti ogni giorno chiamati a vivere con una consapevolezza responsoriale, a leggere l’intera esistenza come una risposta a Colui che chiama alla vita e a fare di essa – come ha fatto Lui – un dono per il bene di tutti.
Fino a qualche anno fa l’espressione “emergenza educativa” catalizzava molti dei discorsi ecclesiali; cosa sia rimasto di tutto ciò che è stato elaborato in quelle occasioni risulta difficile dirlo. Probabilmente si è in vario modo consapevoli che in molte dimensioni della vita ecclesiale si faccia tuttora fatica a ripartire davvero …
Dunque, la cura per la vocazione di tutti attraverso una rinnovata attenzione alla “dimensione contemplativa della vita” (era il titolo della prima lettera pastorale del cardinal Martini) potrebbe rappresentare proprio quell’attenzione che si riserva alle radici nascoste di un albero perché tutta la pianta ne tragga giovamento. Sia permesso di suggerire da queste pagine che toccherebbe proprio a noi adulti fare il primo passo proprio in tale direzione.
Oltre alla presentazione di giovani chiamati al ministero presbiterale, in questo numero accogliamo qualche spunto di riflessione proposto dall’ufficio diocesano per la pastorale familiare circa l’itinerario di preparazione alla celebrazione cristiana il matrimonio.
Si intravede il Natale del Signore; possa questo tempo di preparazione aprirci gli occhi del cuore sul fatto che, come si legge nel Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, “solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo” (GS 22).
A tutti giunga l’augurio di un buon e quotidiano cammino vocazionale.
Oronzo Marraffa