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Dilexit nos. Invito alla lettura dell'Enciclica di Papa Francesco dedicata al Cuore di Cristo

Come annunciato a giugno scorso durante un’udienza generale, nell’anno celebrativo del 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque nel 1673, Papa Francesco dona alla Chiesa tutta un’Enciclica “sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo”.

«Ci ha amati», dice San Paolo riferendosi a Cristo (Rm 8,37), per farci scoprire che da questo amore nulla «potrà mai separarci» (Rm 8,39).

Comincia con queste parole la quarta Enciclica in cui Papa Francesco ci aiuta a riscoprire che la devozione al Cuore di Cristo affonda sì le sue radici nella tradizione, ma che rappresenta pure una luce necessaria per il nostro tempo: “Davanti al Cuore di Cristo, chiedo al Signore di avere ancora una volta compassione di questa terra ferita, che Lui ha voluto abitare come uno di noi. Che riversi i tesori della sua luce e del suo amore, affinché il nostro mondo, che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socioeconomici, il consumismo e l’uso anti-umano della tecnologia, possa recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore”, scrive al n. 31 dell’Enciclica. E al n. 83 aggiunge che “La devozione al Cuore di Cristo è essenziale per la nostra vita cristiana in quanto significa l’apertura piena di fede e di adorazione al mistero dell’amore divino e umano del Signore, tanto che possiamo affermare ancora una volta che il Sacro Cuore è una sintesi del Vangelo”.

 “Il suo cuore aperto – scrive Papa Francesco - ci precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia: Egli ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10). Grazie a Gesù «abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16)” (n.1).

Non si tratta assolutamente di una proposta spirituale di stampo intimistico; piuttosto nella lettera Papa Francesco invita a tornare al proprio cuore per ritrovare nel Cuore di Cristo la sorgente autentica della comunione con il cuore degli altri: “Solo a partire dal cuore le nostre comunità riusciranno a unire le diverse intelligenze e volontà e a pacificarle affinché lo Spirito ci guidi come rete di fratelli, perché anche la pacificazione è compito del cuore. Il Cuore di Cristo è estasi, è uscita, è dono, è incontro. In Lui diventiamo capaci di relazionarci in modo sano e felice e di costruire in questo mondo il Regno d’amore e di giustizia. Il nostro cuore unito a quello di Cristo è capace di questo miracolo sociale” (n. 28).

Allo stesso tempo, questa Enciclica si inserisce nel solco tracciato dai documenti pontifici precedenti: “Ciò che questo documento esprime ci permette di scoprire che quanto è scritto nelle Encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo, perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune” (n. 217).

Guardando, inoltre, all’attuale contesto sociale, Papa Francesco scrive che “Si potrebbe sostenere che oggi, più che al giansenismo, ci troviamo di fronte a una forte avanzata della secolarizzazione, che aspira ad un mondo libero da Dio. A ciò si aggiunge che si stanno moltiplicando nella società varie forme di religiosità senza riferimento a un rapporto personale con un Dio d’amore, che sono nuove manifestazioni di una “spiritualità senza carne”” (n. 87).

Il Papa sottolinea, pertanto, quelli che chiama i “due aspetti fondamentali che oggi la devozione al Sacro Cuore dovrebbe tenere uniti per continuare a nutrirci e ad avvicinarci al Vangelo: l’esperienza spirituale personale e l’impegno comunitario e missionario” (n. 91).

E al n. 182 leggiamo:

“Insieme a Cristo, sulle rovine che noi lasciamo in questo mondo con il nostro peccato, siamo chiamati a costruire una nuova civiltà dell’amore. Questo vuol dire riparare come il Cuore di Cristo si aspetta da noi. In mezzo al disastro lasciato dal male, il Cuore di Cristo ha voluto avere bisogno della nostra collaborazione per ricostruire il bene e la bellezza”.

Concludo questo invito alla lettura dell’Enciclica accogliendo l’invito che Papa Francesco porge a ciascuno: “Invece di cercare soddisfazioni superficiali e di recitare una parte davanti agli altri, la cosa migliore è lasciar emergere domande che contano: chi sono veramente, che cosa cerco, che senso voglio che abbiano la mia vita, le mie scelte o le mie azioni, perché e per quale scopo sono in questo mondo, come valuterò la mia esistenza quando arriverà alla fine, che significato vorrei che avesse tutto ciò che vivo, chi voglio essere davanti agli altri, chi sono davanti a Dio. Queste domande mi portano al mio cuore”. (n. 8)

Oronzo Marraffa

Il testo della lettera è sul sito della Santa Sede CLICCA QUI