Francesco: “Se non rispettiamo le donne, la nostra società non andrà avanti”
Nella sua intenzione di preghiera mensile, Francesco chiede l'impegno dei governi a “eliminare le leggi discriminatorie, in ogni parte del mondo” e a “lavorare perché i diritti umani delle donne vengano garantiti”.
Francesco dedica nuovamente la sua intenzione di preghiera mensile alle donne. Nel Video del Papa di aprile, che affida alla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, il Santo Padre sottolinea i passi da compiere nella società di oggi e chiede ai cristiani di unirsi a lui in preghiera “perché vengano riconosciute in ogni cultura la dignità delle donne e la loro ricchezza, e cessino le discriminazioni di cui esse sono vittime in varie parti del mondo”.
La denuncia di Francesco
Una donna asiatica con le lacrime agli occhi, una dietro a una grata con lo sguardo triste, un gruppo di vittime di stupro cacciate dai propri villaggi, una fila di adolescenti attese dalla mutilazione genitale: il Video che accompagna l’intenzione di preghiera di Francesco si apre con immagini forti, in linea con la denuncia accorata del Papa. Che ricorda la grande distanza fra le dichiarazioni di principio (“a parole siamo tutti d’accordo che uomini e donne hanno pari dignità come persone”) e la realtà dei fatti (“nella pratica questo non accade”).
È il Papa stesso a fare degli esempi concreti, citando delle “leggi discriminatorie” attualmente in vigore: sull’obbligo di vestirsi in una determinata maniera, sugli ostacoli nel proseguire gli studi, sulla negazione di sussidi per aprire un’attività lavorativa. E ricorda che “in molti Paesi, ancora oggi, vengono praticate le mutilazioni genitali”. Ai governi chiede dunque di “impegnarsi a eliminare” queste discriminazioni e “a lavorare perché i diritti umani delle donne vengano garantiti”; a noi tutti di rispettare le donne, che purtroppo ancora oggi vengono trattate “come materiale di scarto” in molte parti del mondo e che molto spesso, anche nei Paesi che si definiscono più avanzati, sono vittime di violenze e di abusi. “E se non lo facciamo – aggiunge – la nostra società non andrà avanti”.
Nel mondo attuale, purtroppo, non mancano le contraddizioni. Sebbene in alcuni Paesi le donne abbiano accesso all’istruzione e alle opportunità di lavoro e ricoprano posizioni di leadership in aziende e organizzazioni, molte non godono ancora delle stesse opportunità degli uomini. Basti pensare al mercato del lavoro: meno di una donna su due nel mondo lavora e, le donne guadagnano il 23% in meno degli uomini. Vale anche per l’istruzione, se si considera che in alcuni Paesi le donne adulte capaci di leggere e scrivere sono una minoranza: ad esempio, in Afghanistan sono il 23%, in Niger il 27%. E le minori opportunità si traducono in enormi difficoltà economiche: secondo UN Women, si stima che entro il 2030 l’8% delle donne e delle ragazze vivrà in condizioni di estrema povertà, mentre il 25% delle donne non avrà cibo a sufficienza.
Uomo e donna, pari dignità
Il rispetto della dignità di tutte le persone è un tema centrale del cristianesimo. La vita di ogni persona è sacra perché creata a immagine di Dio (Libro della Genesi 1,26-27).
Il tema del ruolo della donna è stato ripreso anche nella sintesi della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, tenutasi nell’ottobre dello scorso anno. “Siamo stati creati maschio e femmina, a immagine e somiglianza di Dio. Fin dal principio, la creazione articola unità e differenza, conferendo a donne e uomini una natura, una vocazione e un destino condivisi e due esperienze distinte dell’umano. Durante l’Assemblea abbiamo sperimentato la bellezza della reciprocità tra donne e uomini. Insieme rilanciamo l’appello delle precedenti fasi del processo sinodale, e chiediamo alla Chiesa di crescere nell’impegno di comprendere e accompagnare le donne, dal punto di vista pastorale e sacramentale” hanno dichiarato i partecipanti al Sinodo nel documento.
Eroine di tutti i tempi
Padre Frédéric Fornos S.J., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, ci ricorda che “fin dall’inizio, Gesù accolse le donne come discepole, il che era una novità nella società del tempo. Maria, la madre di Gesù, aveva un posto di rilievo tra gli apostoli e nella comunità primitiva, come testimoniano i vangeli. A una donna, Maria Maddalena, Gesù affidò la missione di annunciare la sua risurrezione ai fratelli e alle sorelle. Nel corso della storia, le donne hanno apportato un vero e proprio dinamismo spirituale alla Chiesa: Teresa d’Avila, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, riconosciute come ‘dottori della Chiesa’, e innumerevoli altre donne sante. Mentre il Papa ci invita questo mese a pregare ‘perché vengano riconosciute in ogni cultura la dignità delle donne e la loro ricchezza, e cessino le discriminazioni di cui esse sono vittime in varie parti del mondo’, continuiamo a riconoscere il loro ruolo all’interno della Chiesa. Un primo aspetto è già evidente: senza la partecipazione attiva delle donne, la comunità cristiana, se fosse un’azienda, sarebbe fallita”.
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