GMG Lisbona: omelia di Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI
Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario generale della CEI, ha celebrato questa mattina la Santa Messa con i pellegrini italiani nella chiesa di Nostra Signora di Loreto di Lisbona, a pochi giorni dell’apertura della 37ª Giornata mondiale della gioventù. Di seguito l’omelia tenuta dall’Arcivescovo
Carissimi in Cristo,
la bella città di Lisbona sta per accogliere un grande raduno di amicizia e preghiera. Giovani di tutto il mondo, 65.000 dall’Italia, risponderanno alla convocazione di Papa Francesco per la 37a Giornata Mondiale della Gioventù, il cui titolo attrae il nostro sguardo verso Maria: «Si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39). La Madre del Signore è indicata dal Papa quale «modello dei giovani in movimento, non immobili davanti allo specchio a contemplare la propria immagine o “intrappolati” nelle reti». Il cuore giovane è sempre un cuore in movimento. L’uomo stesso è sempre un viandante (homo viator) perché interamente proteso verso uno scopo, un obiettivo capace di dar ragione del viaggio, della fatica e della gioia del camminare insieme. La giovinezza, in particolare, è la condizione di un cuore dominato dalla passione della ricerca, dalla sorpresa della scoperta e dall’amore per la meta.
La prima lettura (1Re 3,5.7-12) racconta il dialogo tra il Signore e il giovane Salomone. «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda», dice Dio. Il cammino del ragazzo inizia con questa domanda. Cosa chiedere a Dio? Cosa attendersi dalla vita? Potere, avere, piacere? Cosa vale, cosa può colmare il desiderio del giovane? Il ragazzo chiede per sé «un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al popolo e sappia distinguere il bene dal male». E Dio gli dona un «cuore saggio e intelligente». Il cuore è il centro della persona, dove nascono i pensieri e vivono le memorie, dove si generano i desideri, si forgia la volontà e il sentimento delle cose. Dio concede un cuore saggio e capace di leggere la profondità della realtà a coloro che lo domandano, che lo ricercano. Dacci, o Signore, un cuore così: docile e indomito, saggio e capace di comprendere la verità, altrimenti come potremo vivere il nostro cammino? Dove andremo, con chi e con quale forza?
Il Vangelo (Mt 13,44-52) insegna che la saggezza e l’intelligenza desiderate non sono tanto la conquista di un’ascesi o di un impegno intellettuale. Il cuore saggio e intelligente è frutto della grazia di un incontro e della generosità di una scommessa, di un rischio d’amore. «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra» (Mt 13,44-46). L’uomo si mette sempre in movimento quando incontra un tesoro, una perla preziosa, quando scopre, come ricorda Papa Francesco, «ciò che è più bello, più grande, più attraente e, allo stesso tempo, più necessario». La gioia del cammino è quella che sgorga dal cuore per aver trovato ciò che vale tutto, per cui spendere ciò che siamo e quanto abbiamo, quella cioè che vale l’intera esistenza. La grazia di una scoperta e lo slancio della dedizione riempiono la vita. Umilmente e con passione possiamo annunciare che il tesoro più bello, grande, attraente e necessario è Cristo stesso. È Lui che si lascia trovare, che ci viene sempre incontro per riempirci di sé, per dare significato e pienezza alla vita. La ragione, l’origine e il compimento del viaggio, come per Maria, sono sempre la grazia di un incontro di vita, una promessa di vita eterna.
Quanti giovani vediamo invece consumati dalla noia, dal sentimento che la vita è di troppo, senza gusto e significato, noia talvolta mascherata da una spensieratezza artificiale o da un’agitazione senza senso! Quanta violenza da parte di chi non sa più amare e ricerca il successo nell’approvazione o nel possesso degli altri! Come non pensare, ancora, ai tanti ragazzi che vengono mandati a uccidere nelle guerre e a quelli che muoiono nei viaggi intrapresi per conquistare un futuro più degno?
Cari giovani, abbiate la semplicità e il coraggio di vivere l’esodo verso l’Eterno, di scommettere la vita sull’incontro con Cristo, di andare verso i fratelli e le sorelle. Correte incontro ai vostri coetanei con la ricchezza della vostra speranza e partecipate con la creatività di cui siete capaci alla costruzione di un mondo diverso, fatto di verità e d’amore, dove non si muore di fame e di odio, e dove tutti, senza distinzioni, possono camminare insieme verso la felicità senza fine!
Guardiamo a Maria, che in questa chiesa veneriamo come Nostra Signora di Loreto, e chiediamo al Signore, per Sua intercessione, il dono di quella buona fretta che dà senso al nostro cammino. Gioia, speranza e pace siano le coordinate del percorso. Buona Giornata Mondiale della Gioventù!