Camminiamo insieme nella gioia: intervista a Mons. Sabino Iannuzzi
Nelle ricorrenze del primo anniversario della sua Ordinazione Episcopale e dell’ingresso nella nostra Diocesi, Mons. Sabino Iannuzzi, ha rilasciato un’intervista al nostro periodico diocesano Adesso.
Eccellenza, quale ricordo custodisce nel cuore, del giorno della Sua Ordinazione Episcopale, il 14 maggio dell’anno scorso?
Condivido certamente il ricordo di un momento particolare della mia vita nella quale ho avvertito davvero la presenza del Signore che si è manifestata attraverso tante persone che quel giorno erano presenti nel palazzetto dello sport a Benevento, che mi hanno fatto avvertire davvero il calore dello Spirito che prendeva pieno possesso della mia vita.
In questo primo anno ha incontrato le nostre comunità. Cosa l’ha colpita?
In questo primo anno ho sperimentato proprio quello che ebbi a dire quella sera al termine dell’ordinazione episcopale: la bellezza di una grande ospitalità, la dinamica di una relazione sincera e, soprattutto, aperta alla gioia e alla vitalità. Ho avvertito da parte di tutti il grande desiderio di voler camminare, perché questo mi ha colpito in questa nostra chiesa locale: il desiderio di voler camminare e, con uno sforzo che insieme tutti dobbiamo fare, di saper camminare davvero insieme.
Mons. Iannuzzi, ha incontrato le comunità scolastiche. Quale messaggio Le hanno affidato in
particolare gli studenti?
Il messaggio è la testimonianza della loro vita, la spontaneità dei giovani, la capacità di interrogarsi e di porre soprattutto domande. E aggiungerei, anche, la ricerca di una luce. Negli incontri avuti con i giovani mi ha colpito proprio questo desiderio di poter scoprire una luce che possa illuminare il cammino della loro vita, nelle tante preoccupazioni che ho recepito anche da loro, soprattutto nella dinamica di un futuro.
La famiglia al centro del cammino diocesano per il prossimo triennio.
Credo che oggi tutti dobbiamo riappropriarci, innanzitutto, di uno stile familiare; la Chiesa deve essere interpretata e vissuta sempre più in questa dinamica familiare.
Oggi la Chiesa deve essere la “famiglia tra le famiglie”, per raccogliere insieme le famiglie. Credo che oggi dobbiamo ripartire da quella fede che deve essere nuovamente manifestata attraverso il sentire semplice, relazionale e – direi anche così – di una crescita di reciprocità che nasce proprio in quell’alveo originario della vita, che è la famiglia.
Da giovedì 8 giugno 2023 la Cattedrale è riaperta al culto.
Innanzitutto, è stato un momento di gioia per me, perché per un vescovo riappropriarsi della sua cattedrale significa riappropriarsi della sua casa. Il segno che dà centralità nella vita di una chiesa locale è certamente la chiesa cattedrale.
E poi perché credo davvero che questo luogo debba soprattutto significare il ricordo di un passato che si proietta sempre più verso un futuro da vivere con la passione del presente, che dobbiamo sempre più imparare ad abitare.
I lavori di restauro sono stati effettuati grazie ai fondi dell’8xmille della Chiesa Cattolica… In che misura?
Il sostegno dei fondi dell’8xmille è stato fondamentale perché ci permette, quasi nella totalità degli interventi, di poter realizzare ciò che significa salvaguardia, cura, promozione, valorizzazione, attenzione al patrimonio storicoculturale.
L’8xmille non costa niente a nessuno: è una semplice firma che serve a poter permettere allo Stato di destinare a favore della Chiesa, e delle sue finalità proprie, dei fondi che altrimenti sarebbero stornati per altre situazioni.
Quali sono le opere realizzate nella nostra Diocesi grazie ai fondi dell’8xmille della Chiesa Cattolica?
Stiamo costruendo una nuova chiesa a Massafra, per la parrocchia di San Leopoldo e negli anni scorsi la Chiesa dei Santi Francesco e Chiara a Castellaneta. Sono stati realizzati tanti interventi manutentivi di ristrutturazione: a Castellaneta la chiesa di San Michele, la chiesa di San Domenico.
Come non ricordare la recente ristrutturazione della piccola chiesa, la cosiddetta “Chiesetta” di Palagiano e nella stessa città la costruzione delle opere parrocchiali e della casa canonica per le parrocchie di San Nicola e dell’Annunziata.
Si prevedono già altri interventi, proprio sulla chiesa dell’Annunziata in Palagiano. In tempi meno recenti abbiamo costruito la grande chiesa dello Spirito Santo a Laterza; c’è stata la ristrutturazione anche se in parte del santuario della Mater Domini a Laterza e la chiesa di Sant’Antonio a Ginosa. A Mottola sono stati effettuati il restauro conservativo della Chiesa Madre (la Parrocchia di Santa Maria Assunta) e la manutenzione straordinaria per la chiesa di San Giuseppe. Insomma, tutte le chiese hanno beneficiato in qualche modo di questi fondi.
Caritas diocesana: nuovo Direttore e nuova sede.
Certamente l’arrivo di un nuovo vescovo è sempre un momento in cui, come dicevamo prima, si ascolta, si verifica e si inizia a programmare. E proprio nella dimensione dell’esperienza della carità ho voluto muovere i primi passi dopo un’attenta riflessione, anche dopo aver visionato quello che era il cammino in relazione ad una struttura che era Casa della Misericordia, voluta proprio con i fondi della CEI, per intervenire su alcune dinamiche di povertà che erano presenti sul territorio. Il nuovo direttore è don Francesco Zito, attuale parroco di San Nicola in Palagiano, e il vice-direttore è don Francesco dall’Arche, prossimo all’ordinazione presbiterale, che attualmente sta svolgendo il suo servizio nella parrocchia di San Pietro in Palagianello. Con loro poi ci sarà un’equipe di laici, che cercherà di creare questo coordinamento sull’intero territorio della nostra diocesi, con attenzione alle otto vicarie. E poi, uno dei primi elementi che subito mi ha colpito da quando sono arrivato è il fatto che quasi tutte le attività erano concentrate in episcopio. Certamente gli spazi non erano adeguati ed anche il fatto di stare all’interno del centro storico comportava una certa difficoltà per poter facilmente arrivare in automobile. E allora si è pensato di riqualificare quella struttura che era già stata destinata a questo, che è Casa della Misericordia, ed era stata pensata come una casa a servizio delle povertà, sia con la mensa della carità che purtroppo, anche a motivo della scarsa utenza, era stata bloccata sugli inizi del mese di dicembre e poi, dopo che era terminato il progetto a favore dell’accoglienza degli ucraini, quella struttura di fatto era rimasta quasi insignificante sotto il profilo della proposta dell’accoglienza.
E allora ho pensato, insieme anche ai miei collaboratori che era opportuno riqualificare e rimotivare quel luogo che può diventare significativo nella misura in cui diventerà un punto di riferimento per l’intera diocesi, perché credo che quella struttura debba essere a servizio in modo diffusivo per le otto vicarie del nostro territorio.
Tre doni che ha ricevuto in questo anno…
Tre doni… Il primo dono è la bellezza di un presbiterio da dover custodire come padre e da accompagnare in questo itinerario. Poi, il dono di una realtà viva di questa diocesi, che è un laicato che desidera camminare e cammina realmente con i pastori locali, con i parroci e con il proprio pastore, che è il vescovo. E l’ultimo dono, la riapertura della Cattedrale.
E ora… Esprima un desiderio.
Desiderio è quello di camminare, insieme, nella gioia.
a cura di Oronzo Marraffa