Skip to main content

Santa Messa nel giorno del Natale del Signore: l'omelia di Mons. Sabino Iannuzzi

Mercoledì 25 Dicembre 2024 Mons. Sabino Iannuzzi ha presieduto presso la Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Castellaneta la Santa Messa nel giorno del Natale del Signore. Di seguito l'omelia di Mons. Vescovo.

Carissimi fratelli e sorelle,

nel giorno del Natale celebriamo la gioia più profonda e misteriosa: Dio non rimane lontano, ma si fa uomo, entrando nella nostra storia per condividerne le fatiche e le speranze, e per innalzarci alla sua gloria. È un giorno di stupore, di gioia e di pace, come vi ho scritto nel “Messaggio augurale alla Diocesi”.
Per questa Comunità Parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria – che saluto caramente, a partire da don Oronzo Marraffa, suo Parroco e mio stretto collaboratore – il Natale di quest’anno assume un significato particolare a motivo del dono di grazia giubilare per il 60° anniversario dell’apertura al culto di questo Tempio. Si tratta di una felice “Dio-incidenza” con il Giubileo Ordinario, che ieri sera Papa Francesco ha inaugurato aprendo la Porta Santa in San Pietro.

«In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio» (Gv 1,1). Giovanni, nel celebre prologo del suo Vangelo, ci riporta all’origine di tutto, al momento in cui il Verbo, la Parola di Dio, dà vita a ogni cosa. Questa Parola non è un’idea astratta, ma una Parola viva che crea, illumina, e soprattutto ama.
Tutta la liturgia di oggi ci parla di questa Parola che agisce nella storia.
Il profeta Isaia (Is 52,7-10) annuncia che Dio stesso si fa vicino al suo popolo per portare salvezza e pace. Il suo messaggero proclama un lieto annuncio: «Regna il tuo Dio» (Is 52,7). È una Parola che rompe il silenzio, che consola e rinnova, offrendo speranza a un popolo oppresso.
La lettera agli Ebrei (Eb 1,1-6) ricorda poi che Dio nella storia ha parlato «molte volte e in molti modi» (v. 1), ma ora lo fa in modo definitivo attraverso il suo Figlio (v. 2). Gesù è la Parola ultima e perfetta di Dio, il riflesso della sua gloria e l’impronta della sua sostanza.
Giovanni, con un sapiente gioco di luci e ombre della fede, rivela il culmine di questo annuncio: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Qui si svela il cuore del Natale: Dio non è rimasto distante, ma ha scelto di entrare nella nostra storia, assumendo la nostra carne fragile e mortale.
È un messaggio che deve colmarci di stupore: il Dio onnipotente si fa vicino, si fa compagno di strada per ciascuno di noi nelle gioie e nelle sofferenze, nei successi e nei fallimenti. In Gesù, Dio si rende accessibile, tangibile, concreto.

«Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9).
Il Natale è il giorno in cui questa luce entra nel mondo per dissipare le tenebre. Tuttavia, Giovanni ci ricorda anche che non tutti l’hanno accolta: «Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11).
Anche oggi, spesso siamo tentati di rifiutare questa luce, di preferire le nostre apparenti sicurezze alle sorprese di Dio, di restare chiusi nell’indifferenza o nella paura. Ma a quanti accolgono il Verbo, Dio dona il potere di diventare suoi figli. Questa è la grande promessa del Natale: chi accoglie Gesù nella propria vita entra a far parte della famiglia di Dio, sperimentando la sua pace e la sua misericordia.

Quest’anno, il Natale è arricchito dall’apertura del Giubileo ordinario, un tempo straordinario di grazia in cui Papa Francesco ci invita a riscoprire il senso profondo della speranza – la virtù teologale che non delude (cfr. Rm 5,5) – in un periodo segnato da crisi ed incertezze, in cui molti hanno perso la fiducia nel futuro.
Ma il Natale ci dice che la speranza non è un’illusione: è una Persona, Gesù Cristo. In Lui, Dio si fa vicino per donarci una vita nuova e trasformare la nostra storia. La Porta Santa, aperta ieri sera dal Santo Padre, è simbolo di questo incontro: attraversarla significa accogliere la misericordia di Dio e lasciarsi rinnovare dalla sua grazia.
Domenica prossima, 29 dicembre, la nostra Diocesi di Castellaneta aprirà solennemente l’Anno giubilare con un pellegrinaggio dalla Chiesa di San Michele Arcangelo fino alla Cattedrale. Sarà un cammino di comunione e di testimonianza: il cammino di un popolo che, nonostante fatiche e incertezze, avanza sostenuto dall’amore di Dio.
In questo contesto giubilare, l’intera Comunità Parrocchiale, celebrando il sessantesimo anniversario di questo Tempio è chiamata a essere segno visibile speranza. Come comunità, siamo invitati a riscoprire la nostra vocazione a essere Chiesa viva, testimoni di luce e di pace.
Sono certo – come vi scrivevo nel messaggio dell’8 dicembre scorso – che questo anno di grazia sarà anche un’opportunità preziosa per riscoprire e ravvivare insieme il cammino della comunità parrocchiale.

Nel contesto di questo Natale ho voluto consegnare a tutta la Diocesi tre parole per viverlo pienamente: stupore, gioia e pace.

Lo stupore: ci invita a contemplare il Mistero con occhi nuovi, occhi di meraviglia dinanzi al Dio-Bambino, come i pastori di Betlemme che si misero in cammino verso la grotta.

La gioia: il segno di chi ha incontrato il Signore, il Figlio di Dio che entra nelle nostre vite per rinnovarle. E’ una gioia che non si può trattenere, ma che va condivisa.

Infine, la pace: il dono che Cristo ci offre, ma anche una responsabilità. Ci chiama a costruire relazioni autentiche e riconciliate, fuggendo la tentazione dell’indifferenza.

Carissimi,
il Natale non è solo una festa del passato, ma un evento che trasforma il nostro presente e apre il nostro futuro.
Accogliamo il Verbo fatto carne, lasciamoci illuminare dalla sua luce e diventiamo, a nostra volta, testimoni della sua luce e del suo amore.
Con il Salmista rinnoviamo il nostro “canto nuovo” per le “meraviglie” che il Signore non smette di compiere, cosicché «vedremo la salvezza del nostro Dio» (cfer. Sal 97,3).
A Natale ci viene consegnato un impegno per la vita, un compito da realizzare fin da oggi nell’autenticità dello scambio degli auguri natalizi. Facciamo in modo che siano auguri veri, autentici e non formali o banali!

«Portate l’abbraccio del Signore che nasce per noi e cammina con noi».

Buon Natale a tutti voi e alle vostre famiglie!

+ Sabino Iannuzzi