50.ma Settimana Sociale: il racconto della nostra delegazione | 1
In tre puntate il racconto della 50.ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani dal punto dei vista dei delegati della nostra Diocesi. Nella prima parte la presentazione del tema "Al cuore della Democrazia"
Si è tenuta Trieste, dal 3 al 7 luglio scorso, la 50°ma Settimana Sociale dei cattolici italiani che ha avuto come tema “al cuore della democrazia”. La delegazione diocesana era composta da S.E.R. Mons. Sabino Iannuzzi, Vescovo di Castellaneta, don Giuseppe Laterza, Direttore Ufficio Pastorale per i problemi sociali e il lavoro, l’Avv. Iacopo Iacobellis e la Sig.ra Veronica Chirico.
Quella delle Settimane Sociali è stata per oltre un secolo una storia di partecipazione dei cattolici italiani alla vita sociale e politica del Paese. Fin dalla prima Settimana Sociale tenutasi a Pistoia nel 1907, sotto la guida e l’ispirazione del Beato Giuseppe Toniolo, i cattolici hanno cercato di unire le loro esperienze e le loro energie, perché la loro azione sociale, diffusa in tanti territori, nei luoghi di lavoro, nelle cooperative, nelle associazioni, nei sindacati, potesse rappresentare una forza a servizio del Paese e, in particolare, dei settori più fragili e meno tutelati della società italiana.
La 49°ma Settimana Sociale, tenutasi a Taranto nell’ottobre 2021 e dedicata al tema «Il pianeta che speriamo. Ambiente, Lavoro e Futuro» (2021), ha segnato uno spartiacque, collocando la riflessione sociale e politica dei cattolici nella prospettiva dell’ecologia integrale indicata da Papa Francesco e innovando profondamente le modalità di preparazione e di partecipazione alla Settimana Sociale stessa, anche grazie al coinvolgimento di tanti giovani, donne, associazioni e soggetti del terzo settore e dell’economia sociale.
La 50°ma Settimana Sociale è stata pensata non come un evento ma come un processo che ha voluto favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti, nel rispetto dei tempi, degli ambiti e degli stili di ciascuno. La Settimana Sociale ha visto il coinvolgimento di circa 1500 delegati da tutta Italia, rappresentativi di Diocesi, territori, Aggregazioni laicali e Famiglie religiose.
Il Beato Giuseppe Toniolo affermava che la democrazia si può definire “quell’ordinamento civile nel quale tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche, nella pienezza del loro sviluppo gerarchico, cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell’ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori”.
La partecipazione popolare è il motore della vita democratica ma per spingere le comunità e il Paese verso un futuro di coesione e sviluppo, questo motore ha bisogno di energia e di manutenzione straordinaria e, soprattutto, ordinaria.
Il motore della partecipazione incontra resistenze specifiche: deficit di ascolto e accoglienza, leadership autoreferenziali, difficoltà nel decidere insieme e nel fare sintesi, processi organizzativi dispersivi e – nelle vite di quanti si impegnano – un ormai endemico sovraccarico e la fatica nel comporre i tempi di vita con quelli del servizio, immersi in una realtà che chiede molto.
Ed ecco allora la denuncia di alcuni veri e propri “mali” – l’autoreferenzialità, personale ma anche di gruppo; l’atteggiamento giudicante dei leader; la sfiducia, nelle persone, ma anche nelle prospettive di futuro, nel senso dell’impresa; l’assenza di riconoscimento del lavoro – e la confessione di difficoltà ricorrenti: la mancanza di ascolto, la poca cura delle persone, la poca accoglienza (specie riferita alle diversità), lo scarso coinvolgimento e la mancanza di condivisione.
Iacopo Iacobellis